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    • LA METAFISICA: IL PANTEISMO
    • Il metodo geometrico e il concetto di sostanza
    Spinoza è un filosofo razionalista. La filosofia di Spinoza si collega a quella di Cartesio. In particolare, da Cartesio trae il metodo matematico. Per Cartesio esistevano tre sostanze: Dio, la res cogitans (sostanza pensante) e la res extensa (sostanza estesa). Per Spinoza, invece, esiste una sola sostanza, Dio, di cui tutti gli esseri, compreso l’uomo, fanno parte. La filosofia di Spinoza prende l’avvio da un particolare concetto di sostanza. Secondo Spinoza, la sostanza è ciò che esiste in sé e ciò che si concepisce di per sé. La sostanza è ciò che esiste in sé perché essa non è, come gli altri enti estesi finiti, contenuta in un altro ente esteso più grande, ma esiste in se stessa e basta. La sostanza è poi per Spinoza l’ente che è concepito di per sé, perché la sostanza può essere pensata senza l’aiuto di un altro pensiero. L’idea della sostanza non presuppone nessun’altra idea. Io, per esempio, non sono una vera sostanza, appunto perché non posso essere pensato senza l’aiuto di un altro pensiero. Infatti, sono stato generato, e quindi la mia idea richiama l’idea dei miei genitori.
    La sostanza, innanzi tutto, è causa sui, cioè è causa di se stessa, non è causata da qualcos’altro. Infatti, se fosse prodotta da qualcos’altro, la sostanza non sarebbe concepita di per sé: la sua idea dipenderebbe dall’idea della sua causa.
    Se la sostanza è causa sui, ciò vuol dire anche che l’esistenza è una sua proprietà costitutiva, ossia che l’idea della sostanza implica la sua esistenza. La sostanza gode di una totale autonomia ontologica e concettuale, poiché si identifica con una realtà che non presuppone, ma è eventualmente presupposta, da ogni altra possibile realtà, e con un concetto che non presuppone, ma è eventualmente presupposto, da ogni altro possibile pensiero.

    • Le proprietà della sostanza e l’ identificazione di Dio con la Natura
    La sostanza è poi eterna: se dall’idea della sostanza deriva la sua esistenza, essa esisterà sempre. Per capire questa proprietà facciamo un esempio: dato che l’idea di triangolo contiene la proprietà di avere la somma degli angoli interni uguale a 180°, il triangolo avrà sempre la somma degli angoli interni uguale a due angoli retti. Analogamente, se l’idea della sostanza contiene la sua esistenza, la sostanza esisterà sempre.
    La sostanza è poi infinita: infatti, se fosse finita, non esisterebbe in sé, ma sarebbe contenuta in un altro ente più grande.
    Proprio perché è infinita, la sostanza è anche unica: se di sostanze ce ne fossero due, si limiterebbero a vicenda e non potrebbero essere infinite.
    Infine, proprio perché è unica, la sostanza è Dio e l’universo insieme. C’è una sola realtà: quindi Dio non può essere separato dalla natura. La tesi metafisica principale di Spinoza è la seguente: Deus sive natura.
    La metafisica di Spinoza è dunque un rigoroso monismo (per lui esiste una sola realtà). Spinoza è anche panteista. Infatti, se soltanto Dio è sostanza, tutte le creature, cioè le singole anime e i singolo corpi, non possono essere sostanze come pensava Cartesio (che parlava di res cogitans e di res extensa): sono solo parti, accidenti, di un’unica sostanza. Dio non è separato dalle creature, è nelle creature. O meglio: le creature sono in Dio come aspetti della sua sostanza. Il mare, in questo paragone, rappresenta Dio, cioè la natura, mentre le onde rappresentano i corpi e le anime.
    Il Dio di Spinoza si identifica con la natura, col tutto cosmico. Pertanto Dio non ha né intelletto né volontà né amore, e quindi non è una “persona”, come affermano invece le religioni ebraica e cristiana. Non avendo volontà, Dio non predispone neppure dei fini nell’universo.
    • Attributi e modi
    Il Dio-sostanza si manifesta al nostro intelletto come l’essere infinito, dotato di infiniti attributi o qualità essenziali. Tra gli infiniti attributi di Dio, noi conosciamo con chiarezza soltanto l’estensione e il pensiero, cioè la materia e la conoscenza. L’estensione e il pensiero non sono due sostanze autonome e indipendenti, ma costituiscono due aspetti della stessa sostanza divina: Dio è pensiero ed estensione. Non solo sostanza spirituale, ma anche materiale: materia infinita, eterna e indivisibile. Pensiero ed estensione non sono dunque, come pensava Cartesio, due sostanze, ma sono due attributi da considerarsi "principi ontologici", propri dell'essere della sostanza dell’unica sostanza divina. L’estensione e il pensiero si manifestano, poi, al nostro intelletto, secondo modi concreti e particolari, cioè come corpi (ad esempio un fiore) o come menti e idee (ad esempio l’idea del fiore). I “corpi”sono modi o concretizzazioni dell’estensione, mentre le “menti” e le “idee” sono modi o concretizzazioni del pensiero. Allo sguardo di Dio sul mondo, l’universo si presenta caratterizzato da un rigoroso ordine geometrico, in cui ogni elemento è concatenato all’altro secondo una disposizione necessaria e razionale: si tratta di un universo geometrico rigidamente monistico e panteista, in cui Dio e la natura coincidono. Tuttavia, Spinoza ammette una distinzione, di carattere meramente logico, tra Dio e gli attributi, da una parte – che egli chiama natura naturans o natura causante – e l’insieme dei modi, considerati come effetto, che egli chiama natura naturata o natura causata. Un rigido determinismo domina l’universo spinoziano: Dio stesso non agisce in base ad una volontà libera, ma in virtù delle necessità della propria natura, eterna e perfetta.

    • I due problemi fondamentali dello spinozismo
    Gli interrogativi di base che emergono dall'Etica sono essenzialmente due:
    1) che cos'è, in definitiva, la Sostanza di Spinoza?
    2) che rapporti esistono, precisamente, fra la sostanza e i suoi modi?
    -Per quanto riguarda la prima questione, la risposta è certo che la Sostanza è la Natura, ma per Spinoza la Natura non è una forza che "genera" le cose, ma un ordine da cui "seguono" i modi. Nell'Etica la Natura tende ad identificarsi con l'ordine necessario e razionale del Tutto. In altre parole, il Dio-Natura di Spinoza, in ultima istanza, è l'ordine geometrico dell'universo, cioè il Sistema o la Struttura globale delle leggi e delle relazioni necessarie fra le cose.
    -Per quanto riguarda il secondo problema, riguardante i rapporti fra la Sostanza e i modi, si può dire che Spinoza ha rifiutato i due modelli tradizionali: la dottrina della creazione e la dottrina dell'emanazione.
    Egli ha rifiutato formalmente la prima, in quanto si basa sull'impossibile riduzione del modo d'agire della Sostanza al modo d'agire umano. La creazione ipotizzerebbe intelletto, volontà, arbitrio, scelta, tutte cose che, secondo Spinoza, non hanno senso attribuite al Dio-Natura.
    Qual è il motivo per cui Spinoza non attribuisce a Dio l'intelletto, la volontà e l'amore? La ragione sta nel fatto che Dio è la sostanza, mentre intelletto, volontà e amore sono "modi" del pensiero assoluto (che è un "attributo"); essi appartengono al mondo.
    D'altro canto in Spinoza non c'è traccia della seconda dottrina, quella dell'emanazione, che avrebbe fatto della sua teoria la ripetizione esatta di quella di Bruno, secondo cui la natura infinita, per la sua sovrabbondanza di potenza, genera infiniti mondi.
    La Sostanza spinoziana è piuttosto un Teorema o un Ordine cosmico, da cui le cose scaturiscono o "seguono" in modo necessario, esattamente come dalla definizione del triangolo "segue" che la somma dei suoi angoli interni è un angolo piatto. Quindi i singoli modi derivano dalla Sostanza esattamente come i singoli teoremi, corollari, scolii derivano dalla geometria e dai suoi principi.
    La necessità, matematicamente pensata, diventa quindi, per Spinoza, la fondamentale categoria esplicativa della realtà.

    • Pensiero ed estensione: il parallelismo
    Secondo Spinoza, pensiero ed estensione sono due realtà qualitativamente eterogenee. Ciascun attributo è indipendente dall’altro e non comunica con l’altro. Un moto corporeo è determinato sempre e soltanto da altri moti corporei e un pensiero sempre e soltanto da altri pensieri. Non può mai accadere che un pensiero sia determinato da un moto corporeo o viceversa. D’altra parte, l’ordine e la connessione delle idee coincide con l’ordine e la connessione delle cose: fra pensiero ed estensione c’è parallelismo, i due attributi si corrispondono, concordano. Quando due idee sono concatenate fra di loro nel pensiero, cioè conseguono l’una dall’altra, anche le due cose che corrispondono ad esse nell’estensione sono concatenate fra loro nello stesso modo. Ad esempio, se nel pensiero l’idea del cerchio implica l’idea di avere tutti i raggi uguali, anche nell’estensione un cerchio disegnato implica questa stessa proprietà. E questo perché pensiero ed estensione sono due attributi (due espressioni) della stessa sostanza; sono la stessa natura considerata da due diversi punti di vista: quello spirituale e quello materiale. Sistema totale delle idee (pensiero) e sistema totale delle cose (estensione) si trovano tra loro in una relazione simile a quella che passa tra il progetto di una macchina, inteso come un complesso di calcoli matematici, e la macchina stessa, intesa come complesso di movimenti che realizzano quel progetto. Con la differenza, però, che la macchina del mondo (cioè l’estensione) non è stata fatta da qualcuno, ma è lo stesso sistema di calcoli (cioè il pensiero) considerato da un altro punto di vista.
    I rapporti che intercorrono fra pensiero ed estensione si possono chiarire con un’analogia: in un arco di cerchio si deve distinguere il lato concavo e il lato convesso. L’arco di cerchio è qualcosa di unitario; però, visto da una parte si presenta concavo, mentre visto dall’altra si presenta convesso. Analogamente la sostanza divina è unica; però, da un certo punto di vista è spirituale, da un altro punto di vista è materiale.
    Spinoza applica all’uomo il parallelismo fra pensiero ed estensione, fornendo una sua soluzione originale (il parallelismo) al problema del rapporto mente-corpo posto da Cartesio. L’anima dell’uomo è un modo del pensiero, mentre il corpo è un modo dell’estensione. L’anima e il corpo non subiscono influenze reciproche, però concordano, perché sono la stessa realtà considerata da due diversi punti di vista: come essere materiale e come essere spirituale. Così, ad esempio, alla mano posta sul fuoco (sul piano corporeo), corrisponde il dolore che prova l’individuo (sul piano psichico), non perché il corpo agisca sulla mente, ma perché i due ordini di cose e di idee sono la stessa realtà considerata da due diversi punti di vista.

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    • L’ ORDINE CONTINGENTE DEL MONDO
    Al contrario di Spinoza per Leibniz esiste un ordine non geometricamente determinato ma necessario e spontaneamente determinabile quindi libero. Mentre per Spinoza c’è un solo ordine univoco e necessario che è Dio stesso, per Leibniz vi è un ordine contingente (casuale) frutto di una scelta di una divinità, la cui esistenza è necessaria al contario di quella del mondo che è contingente. Proprio perché è Dio ad averlo scelto l’ordine è il più perfetto tra tutti gli ordini, in grado di salvaguardare anche la libertà umana.
    Leibniz impiegherà tutta la sua vita nel ricercare e realizzare quest’ordine in tutti i campi del pensabile. Ciò deriva dal tentativo di conciliare la scienza moderna con la metafisica e di ricercare una “caratteristica universale” o lingua generale. La sua più grande ambizione infatti era realizzare un metodo logico che matematizzasse il pensiero, eliminando da esso ciò che vi é di soggettivo e riconducendo le operazioni mentali ad una sorta di calcolus ratiocinator.
    A questo scopo egli voleva realizzare un linguaggio simbolico composto di segni come quello matematico applicabile a tutti i campi del sapere, una sorta di "alfabeto del pensiero umano", nel quale cercò di rappresentare tutti i concetti fondamentali usando simboli, e combinando questi simboli per rappresentare pensieri più complessi. Attraverso questa riconduzione alla matematica infatti la logica è in grado di dimostrare gli enunciati con assoluta certezza e permettere di inventare un nuovo sapere. È per questo che si tende a considerare Leibniz lo scopritore della moderna logica formale.

    • VERITÁ DI RAGIONE E VERITÁ DI FATTO
    In base a questa logica si ottiene la verità quando la combinazione dei concetti avviene senza comportare alcuna contraddizione. Quindi la verità si fonda sul principio di identità e di non-contraddizione (una proposizione é identica, e quindi vera, se in essa il predicato é già contenuto nel soggetto) . Le verità fondate sui principi di identità e non-contraddizione hanno il nome di verità di ragione e hanno la peculiarità di essere necessarie e infallibili. Essendo fondate solo sul rapporto formale dell' identità o della non-contraddizione tali verità si riferiscono solo a ciò che é logicamente possibile come concetto astratto, ma non dicono nulla circa la realtà esistente di fatto, in quanto la loro proposizione non può essere ne vera né falsa.
    Esse non possono però derivare dall’esperienza sono quindi innate. Queste idee innate non sono chiare e distinte ma confuse ed oscure. Sono delle piccole percezioni, ossia delle possibilità: è l’esperienza che le rende attuali, ossia chiare e distinte. Quindi le verità di ragione delineano il mondo della pura possibilità molto più vasto di quello della realtà.
    Accanto alla verità di ragione Leibniz pone le verità di fatto, delle quali é sempre possibile il contrario. Le verità di fatto non dipendono dal principio di identità e non contraddizione sono quindi contingenti e si fondano sul principio di ragion sufficiente. Tale principio non rimanda ad una causa necessitante (cioè esclusiva, che non può essere altrimenti) in quanto ammette che ciò che si realizza avrebbe potuto realizzarsi in modo differente, ma si limita a mettere in luce perché qualcosa esiste o accade: Nulla accade senza una ragione sufficiente,cioè senza che sia possibile dare una ragione sufficiente a determinare perchè é accaduto così e non altrimenti.
    Esso spiega senza necessitare (determinare, dimostrare con precisione). Questo principio implica la causa finale in quanto se Dio ha creato il mondo, egli ha agito in vista di un fine, vera causa della sua scelta.

    • LA SOSTANZA INDIVIDUALE
    La verità consiste per Leibniz nell'identità del predicato con il soggetto. Nelle verità di fatto però il predicato non è identico al soggetto può anche essere negato deve però contenere la ragione sufficiente affinché ciò avvenga. Un soggetto di questo tipo è sempre reale e esistente e Leibniz lo identifica con la sostanza. E poiché tutti i predicati riferibili a questo soggetto lo definiscono in maniera assoluta, distinguendolo da tutti gli altri soggetti, la sostanza nella quale sono contenuti i predicati è una sostanza individuale.
    Essendo fondata sulla nozione di sostanza individuale , la metafisica di Leibniz ha carattere pluralistico. Essa si contrappone da un lato al dualismo di Cartesio, che dava una definizione generica della sostanza, privilegiando su tutti gli altri un solo attributo o predicato, l' estensione o il pensiero; dall' altro al monismo di Spinoza, nel quale l'infinitezza degli attributi conduceva all'unicità della sostanza. Leibniz riprende invece la teoria aristotelica che riconosce nell' individuo una "forma sostanziale", in cui convergono tanto l' aspetto razionale quanto quello spirituale. La sostanza aristotelica individuale: ciascuna sostanza è definita in modo particolare e irripetibile dai predicati che sono in essa contenuti. Non è dunque possibile trovare due sostanze perfettamente uguali poiché se così fosse queste conterrebbero gli stessi attributi sarebbero quindi la stessa sostanza (principio dell' identità degli indiscernibili ).
    I predicati della sostanza individuale esprimono tutto ciò che di essa si può affermare: quindi le proprietà accidentali, ma anche le azioni o gli effetti che da essa derivano.
    Perciò chi conosca perfettamente la sostanza individuale di un individuo può derivare a priori tutto ciò egli farà e tutto ciò che gli accadrà: ma questo è possibile solo alla mente infinita di Dio. Gli uomini che non possono conoscere la sostanza individuale nella sua completezza, hanno nozione delle sue azioni soltanto a posteriori e di esse possono dare una spiegazione soltanto sulla base del principio di ragion sufficiente.
    Il fatto che nella sostanza individuale siano già contenuti tutti gli effetti significa che tra le diverse sostanze individuali non esistono rapporti di causalità reciproca, ma ciascuna di esse è in un mondo chiuso in sé.

    • LA FORZA
    Se la dottrina della sostanza individuale consente di vedere la stretta connessione presente in Leibniz tra metafisica e logica, la sua nozione di forza mette invece in luce una convergenza tra metafisica e fisica.
    Leibniz rifiuta la fisica di Cartesio che vede nell' estensione .e nel movimento gli elementi originari del mondo fisico e della materia. Con ciò egli implicava che ciò che rimane costante nei fenomeni fisici è il movimento. Leibniz critica questa affermazione e riconosce invece alla base di ogni fenomeno fisico una energia o forza viva che rimane costante cioè l’energia cinetica ( mv2 ).
    La legge di Cartesio della conservazione del movimento va assolutamente sostituita con quella della conservazione dell' energia. La forza è più reale del movimento e dell’estensione che sono solo una manifestazione o un fenomeno della forza: è il principio metafisico che fonda le leggi stesse della fisica.
    Queste innovazioni rispetto al quadro concettuale cartesiano hanno importanti conseguenze . Comportano il passaggio da una concezione meccanica e causale ad una concezione dinamica e finalistica della realtà.
    Leibniz distingue due tipi di forza: la forza passiva corrispondente alla massa di un corpo che oppone resistenza alla penetrazione del movimento e la forza attiva che è la vera e propria forza che è conatus o tendenza all’azione.
    Con queste affermazioni egli in un certo senso riduce la realtà fisica ad una realtà incorporea e spirituale e che nel mondo tutto è spirito e vita poiché tutto è forza: è così che fisica e metafisica convergono, anzi la prima trova nella seconda la sua ultima giustificazione .

    • LA MONADE
    La metafisica di Leibniz é costantemente caratterizzata dall'esigenza di pervenire agli elementi ultimi che compongono le cose. Così come nella logica va alla ricerca di concetti semplici dai quali possano derivare tutti gli altri pensieri, e parlando degli individui riconosce l’esistenza della sostanza individuale nel 1696 egli introduce il concetto di monade con il quale riesce a conferire una forma sostanziale anche ai corpi fisici con chiaro riferimento all’atomismo.
    La monade è un centro di forza assolutamente privo di estensione infatti è atomo spirituale, una sostanza semplice senza parti e quindi che non può estendersi o dividersi. Queste monadi sono simili a sfere di cristallo e costituiscono i veri atomi della natura e gli elementi delle cose.
    Il fatto che le monadi siano prive di parti impartisce loro altre due prerogative cioè che non sono né generabili né corruttibili, dal momento che generazione e corruzione sono processi che comportano rispettivamente la composizione di parti in un tutto o la dissoluzione del tutto nelle parti. Solo Dio può creare le monadi con un atto non processuale , di immediato passaggio dal non essere all' essere; così come da Dio soltanto possono essere improvvisamente distrutte. Ciò implica un innatismo totale nelle monadi cioè queste traggono tutto dal loro interno anche la conoscenza viene dal loro interno: il loro sapere è completamente innato.
    Ogni monade è diversa dall’altra per il principio dell' identità degli indiscernibili per il quale non è possibile trovare due sostanze perfettamente uguali poiché se così fosse queste conterrebbero gli stessi attributi e sarebbero quindi la stessa sostanza.
    In quanto sostanze semplici le monadi “non hanno finestre”, cioè non possono influenzarsi ma a vicenda ma vivono come mondi a sé. Ogni monade ha una propria logica di comportamento: una logica di calcolo probabilistico che consiste nel fare un calcolo delle nostre azioni quantitative e qualitative per verificare se queste la porteranno alla conoscenza.
    Malgrado ciò le monadi sono sottoposte a modificazioni perchè se non lo fossero la realtà sarebbe totalmente priva di mutamento. Tali modificazioni sono il risultato dell' attività interna della monade, un’ininterrotta attività che deriva dalla forza in esse contenuta.
    Questa attività interna della monade coincide con la percezione o rappresentazione, ossia con il fatto che la monade rappresenta idealmente a se stessa ciò che avviene nel mondo: ognuna rappresenta l’universo da un suo particolare punto di vista perciò è uno specchio dell' universo.
    Pertanto le monadi hanno diverse configurazioni di loro stesse a seconda di come percepiscono il mondo, ossia tutte le altre monadi. Inoltre, essendo attività ininterrotta, la monade non riproduce sempre la stessa percezione, ma passa continuamente da una percezione all' altra.
    Ciò che la spinge a questa continua crescita su se stessa é uno sforzo interno che Leibniz chiama appetizione ( appetitus ).
    Le monadi più elevate hanno inoltre anche l’appercezione ossia la consapevolezza di percepire e costituiscono l’anima. Il corpo è un aggregato di monadi dotate della sola percezione mentre l’anima è costituita dalle monadi che hanno appercezioni, più chiare. È intorno a queste che in genere si aggregano le monadi più scure per costituire l’organismo umano che in questo modo risulta per il 10% composto di spirito che lo porta a non allontanarsi da Dio. L’anima è caratterizzata da delle piccole percezioni o percezioni insensibili di cui non è consapevole , perchè la loro intensità è troppo bassa per superare la soglia della coscienza e pensa anche quando non sa di farlo. Ma questo non significa che tutte le sue percezioni siano coscienti , come dimostrano il sonno o i casi di manifesta incoscienza.
    Le monadi possono avere diversi gradi di perfezione che sono determinati dalla chiarezza e dalla distinzione delle loro percezioni. Esse formano pertanto una catena gerarchica , alla base della quale troviamo le monadi le cui percezioni sono tanto oscure e confuse da non essere consapevoli. Queste monadi costituiscono la materia che è anche essa una percezione dell' universo: ma di questa percezione esse non hanno consapevolezza alcuna.
    Poi si passa dalla percezione inconscia all' appercezione, cioè alla percezione consapevole di se stessa. Anche qui é possibile comunque avere diversi gradi di perfezione infatti negli animali la coscienza di percepire si accompagna soltanto alla memoria, mentre negli uomini é congiunta alla consapevolezza dell'identità del proprio io, ossia alla consapevolezza di se come spiriti forniti di ragione.
    Il più alto livello di consapevolezza , e quindi di perfezione , é in Dio. Egli é la monade delle monadi: in lui non solo le percezioni del mondo sono perfettamente chiare e distinte, ma si realizza pure l' unità di tutte le percezioni, di tutti i punti di vista sull' universo espressi dalle singole monadi è quindi anche l' essere in cui tutte le monadi comunicano.

    • LA MATERIA
    Anche la materia è costituita di monadi ma più in generale è un aggregato di sostanze spirituali. Esistono monadi che hanno la facoltà di dominare le altre, in quanto le loro percezioni sono il fondamento della percezione di altre. Questo spiega la differenza che intercorre tra la materia prima o inorganica e quella seconda o organica .
    La materia seconda o organica è costituita da un aggregato di monadi che nel corpo degli uomini e degli animali è tenuto insieme e diretto da una monade superiore che è l’anima vera e propria e fa sì che le diverse monadi obbediscano a un principio vitale unitario.
    Mentre la materia prima o inorganica manca di una monade dominante che riconduca le altre all’unità, ed è la potenza passiva della monade. Nelle monadi superiori costituisce l’insieme delle percezioni confuse.

    • L’ ARMONIA PRESTABILITA
    A questo punto Leibniz stabilisce come possa essere la comunicazione fra le monadi o il rapporto tra anima e corpo. Egli esclude la soluzione dell’influenza reciproca perché è in contraddizione con quanto affermato, e dell’assistenza poiché implica il controllo di Dio sulle monadi e sceglie la soluzione dell’armonia prestabilita secondo la quale all'atto della creazione del mondo Dio ha dato a ciascuna monade una legge di sviluppo che si armonizza con quella di tutte le altre, in modo tale che ogni cosa scaturisca dal suo interno.
    Così anche l’anima il corpo seguendo ognuno le proprie leggi (meccaniche il corpo e finalizzate quelle dell’anima) sono in costante armonia.



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    Locke, Lo stato di natura e la legge di natura
    Nel 1690, all'indomani della felice conclusione della Glorious Revolution, e della definitiva affermazione dei diritti del Parlamento nei confronti della corona, Locke pubblicò anonimi i Due trattati sul governo, scritti in polemica contro quanti sostenevano la tesi del diritto divino come fondamento del potere. Le teorie politiche di Locke - che sono anche quelle del partito Whig al quale egli aderisce - sono fondate sul naturalismo, sulla tradizione inglese della Magna Charta e sull'origine contrattualistica e consensuale del potere.
    “Naturalismo” significa recupero dello stato di natura, nel quale - in mancanza di un diritto positivo - vige una straordinaria libertà, limitata soltanto dalle leggi di natura, cioè dalle norme razionali che l'uomo, naturalmente, impone e a se stesso.

    Per comprendere rettamente il potere politico, e derivarlo dalla sua origine, dobbiamo considerare quale sia lo stato in cui gli uomini si trovano per natura. È uno stato di libertà perfetta di ordinare le proprie azioni, di disporre delle proprietà e delle persone come meglio si ritiene, entro i limiti della legge di natura, senza chiedere il permesso a nessuno e senza dipendere dalla volontà di nessuno.
    Si tratta anche di uno stato di eguaglianza, nel quale ogni potere e ogni giurisdizione è reciproca, perché nessuno ha piú potere o piú giurisdizione di un altro. Perché non c'è nulla di piú evidente di questo, che creature della stessa specie e della stessa razza, nate indistintamente per godere, nello stesso grado, di tutti i vantaggi della natura, e per usare le medesime facoltà, dovrebbero anche essere reciprocamente uguali, senza subordinazione o soggezione, a meno che il signore e padrone di tutte quelle creature, con una manifesta dichiarazione della sua volontà, abbia posto uno sopra un altro, e gli abbia conferito, con designazione evidente e chiara, un indubitabile diritto al dominio e alla sovranità. [...]
    Lo stato di natura ha una legge di natura che lo governa, e che obbliga ciascun uomo. E la ragione, che è questa legge, insegna a tutti gli uomini, purché vogliano consultarla, che sono tutti uguali e indipendenti, e perciò nessuno deve recare danno ad un altro nella vita, salute, libertà o proprietà. Tutti gli uomini sono opera di un unico autore onnipotente e infinitamente saggio, tutti sono servitori di un unico padrone sovrano, inviati nel mondo per suo ordine e ai suoi fini; sono sua proprietà dal momento che sono opera sua, fatti per durare fino a quando piaccia a lui e non a un altro. E, poiché siamo forniti di facoltà simili, poiché partecipiamo tutti all'unica comunità di natura, non si può supporre che ci sia tra noi una tale subordinazione, che possa autorizzarci a distruggerci a vicenda, come se fossimo fatti gli uni per l'uso degli altri, nel modo in cui le creature di ordine inferiore sono fatte per noi. Ciascuno di noi, come è tenuto a conservare se stesso, e non abbandonare volontariamente il suo posto, cosí, per la stessa ragione, quando la sua conservazione non viene messa in questione, deve, nella misura del possibile, preservare il resto dell'umanità, e, a meno che egli non debba far giustizia di chi ha commesso un'offesa, non può eliminare o minacciare la vita a ciò che conduce alla conservazione della vita, della libertà, della salute, delle membra del corpo o dei beni di un altro.
    E perché tutti gli uomini possano essere trattenuti dall'invadere i diritti degli altri e dal recarsi danno l'un l'altro, e perché sia osservata la legge di natura, che vuol mantenere la pace e la conservazione di tutta l'umanità, l'esecuzione della legge di natura è, in questo stato, posta nelle mani di ciascun uomo, per cui ognuno ha diritto di punire i trasgressori di quella legge in un grado tale che possa impedire la sua violazione. E infatti la legge di natura, come tutte le altre leggi che riguardano gli uomini in questo mondo, sarebbe inutile, se non ci fosse nessuno che nello stato di natura avesse il potere di eseguirla, e perciò di salvaguardare l'innocente e di reprimere gli offensori.

    Hobbes
    Il DiRiTTo Di NATuRA, che gli scrittori comunemente chiamano jus naturale, è la libertà che ogni uomo ha di usare il suo potere, come egli vuole, per la preserva¬zione della propria natura, vale a dire, della propria vita, e per conseguenza, di fare qualunque cosa nel suo giudizio e nella sua ragione egli concepirà essere il mezzo più atto a ciò.
    Per LiBERTÀ, si intende, secondo il significato proprio della parola, l’assenza di impedimenti esterni, i quali impedimenti possono spesso togliere parte del po¬tere di un uomo di fare ciò che vorrebbe, ma non possono ostacolarlo nell’usare il potere che gli è rimasto, secondo ciò che il suo giudizio e la sua ragione gli detteranno.
    Una LEGGE Di NATuRA (lex naturalis) è un precetto o una regola generale scoperta dalla ragione, che vieta ad un uomo di fare ciò che è lesivo della sua vita o che gli toglie i mezzi per preservarla, e di omettere ciò con cui egli pensa possa essere meglio preservata.
    Benché, infatti, coloro che parlano di questo soggetto usino confondere jus e lex, diritto e legge; pure debbono essere distinti, perché il DiRiTTo consiste nella libertà di fare o di astenersi dal fare, mentre la LEGGE determina e vincola a una delle due cose; cosicché la legge e il diritto differiscono come l’obbligo e la libertà che sono incompatibili in una sola e medesima materia.
    E per il fatto che la condizione dell’uomo (come è stato dichiarato nel capitolo precedente) è una condizione di guerra di ogni uomo contro ogni altro uomo, e, in questo caso, ognuno è governato dalla propria ragione e non c’è niente di cui egli può far uso che non possa essergli di aiuto nel preservare la sua vita contro i suoi nemici, ne segue che in una tale condizione ogni uomo ha diritto ad ogni cosa, anche al corpo di un altro uomo. Perciò, finché dura questo diritto naturale di ogni uomo ad ogni cosa, non ci può essere sicurezza per alcuno (per quanto forte o saggio egli sia) di vivere per tutto il tempo che la natura ordinariamente concede agli uomini di vivere.

    Ma per il fatto che i patti di fiducia reciproca, ove ci sia il timore che una delle parti non li adempia (come è stato detto nel precedente capitolo), non sono va¬lidi, benché l’origine della giustizia sia il fare dei patti, pure effettivamente non vi può essere alcuna ingiustizia, finché non sia tolta la causa di tale timore; e ciò non si può fare finché gli uomini sono nella naturale condizione di guerra. Perciò, prima che i nomi di giusto e ingiusto possano aver luogo, ci deve essere qualche potere coercitivo per costringere ugualmente gli uomini all’adempimento dei loro patti, per mezzo del terrore di una qualche punizione più grande del beneficio che si aspettano dall’infrangerli e per rendere sicura quella proprietà che gli uo¬mini acquisiscono per contratto reciproco in ricompensa del diritto universale che abbandonano; e tale potere non c’è prima dell’erezione di uno stato. Ciò si deve desumere anche dalla definizione della giustizia che ordinariamente viene data nelle Scuole: la giustizia è la costante volontà di dare ad ognuno il suo. Perciò dove non c’è alcuna cosa propria, cioè dove non c’è proprietà, non c’è ingiustizia, e dove non viene eretto un potere coercitivo, cioè, dove non c’è stato, non c’è proprietà, dato che tutti gli uomini hanno diritto a tutte le cose: quindi dove non c’è stato, non c’è niente di ingiusto. Cosicché la natura della giustizia consiste nel mantenimento dei patti validi, ma la validità dei patti non ha inizio se non con la costituzione di un potere civile sufficiente a costringere gli uomini a mantenerli; è allora che ha inizio anche la proprietà.
    Per conseguenza è un precetto o regola generale della ragione, che ogni uomo debba sforzarsi alla pace, per quanto abbia speranza di ottenerla, e quando non possa ottenerla, cerchi e usi tutti gli aiuti e i vantaggi della guerra. La prima parte di questa regola contiene la prima e fondamentale legge di natura, che è cercare la pace e conseguirla. La seconda, la somma del diritto di natura, che è difendersi con tutti i mezzi possibili.
    Da questa fondamentale legge di natura che comanda agli uomini di sforzarsi alla pace, deriva questa seconda legge, che un uomo, sia disposto, quando anche altri lo sono, per quanto egli penserà necessario per la propria pace e difesa, a deporre questo diritto a tutte le cose; e che si accontenti di avere tanta libertà contro gli altri uomini, quanta egli ne concederebbe ad altri uomini contro di lui. Infatti, finché ogni uomo ritiene questo diritto di fare ciò che gli piace, tutti gli uomini sono nella condizione di guerra.
    Ma se gli altri uomini non deporranno il loro diritto, come lui, allora non c’è ragio¬ne che uno solo si spogli del suo; ciò sarebbe infatti un esporsi alla preda (cosa a cui nessun uomo è vincolato) piuttosto che un disporsi alla pace. Questa è la legge del Vangelo: tutto ciò che tu richiedi che gli altri ti facciano, fallo a loro1; e la legge di tutti gli uomini: quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris2.
    Deporre un suo diritto a qualcosa, vale, per un uomo, spogliarsi della libertà di ostacolare un altro nel beneficio del suo diritto alla stessa cosa. Infatti colui che rinuncia al suo diritto o lo trasferisce non dà ad un altro uomo un diritto che pri-ma non aveva, perché non c’è nulla a cui ogni uomo non abbia diritto per natura, ma solo si toglie di mezzo, affinché quello possa godere del suo diritto originario senza ostacoli da parte sua, né senza ostacoli da parte di altri. Cosicché l’effetto che ridonda ad un uomo dall’abbandono del diritto di un altro uomo, è solo una altrettanta diminuzione di impedimenti all’uso del proprio diritto originario. [...]
    Ogni volta che un uomo trasferisce il suo diritto, o vi rinuncia, lo fa, o in consi¬derazione del fatto che qualche diritto gli viene reciprocamente trasferito, o per qualche altro bene che egli spera di riceverne. Infatti, è un atto volontario, e l’og¬getto degli atti volontari di ogni uomo è qualche bene per se stesso. [...] Il mutuo trasferimento del diritto è ciò che gli uomini chiamano contratto. [...]
    Da quella legge di natura, per la quale siamo obbligati a trasferire ad altri quei diritti che, se vengono trattenuti, ostacolano la pace del genere umano, ne segue una terza, questa, che gli uomini adempiano i patti fatti da loro: senza di essa i patti sono vani e solo vuote parole, e rimanendo il diritto di tutti gli uomini a tutte le cose, si è sempre nella condizione di guerra.
    È in questa legge di natura che consiste la fonte e l’origine della giustizia. Infatti, dove in precedenza non v’è stato alcun patto, non è stato trasferito alcun diritto ed ogni uomo ha diritto ad ogni cosa; di conseguenza nessuna azione può essere ingiusta. Ma quando un patto è fatto, allora infrangerlo è ingiusto e la definizione dell’ingiustizia non è altro che il non adempimento del patto. E tutto ciò che non è ingiusto è giusto.
  4. .
    ʘ LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA ʘ
    Da quando Copernico scrive il “ De rivoluzionibus” si instaura una nuova concezione dell’universo e questo porta alla rivoluzione scientifica. Questa, infatti, può essere collocata nel periodo tra la pubblicazione del capolavoro di Copernico Le rivoluzioni degli astri celesti (1543) e quella dell’opera di Newton I principi matematici di filosofia naturale (1687). Bruno crede alle concezioni di Copernico e si lascia prendere dalla fobia filosofica dell’immaginazione e così arriva ad affermare molte cose saltando tutti i passaggi di sperimentazione, una tra queste è che l’universo era infinito, ovviamente senza provare nulla, e neanche Galileo se la sente di assecondarlo. Dalla Rivoluzione scientifica emerge che: la concezione della natura è oggettiva, vale per tutti, è universale e necessaria, non muta ed è tutto legato in causa-effetto; è un ordine causale cioè avviene sempre a causa di qualcosa (a 100 °C l’acqua bolle). Lo scienziato si interroga solo sulla causa e non si lascia influenzare dagli scopi delle situazioni e formula leggi. La scienza è un sapere sperimentale ed è retta da un linguaggio matematico; chi non conosce la matematica, non conosce la natura. La scienza si nutre del contributo degli scienziati. La rivoluzione scientifica è nata dal bisogno dell’alta borghesia che spingeva al fine di migliorare le condizioni di vita cioè voleva migliori navi, libri, stampa, vie di comunicazioni… e quindi la spinta parte dalla società. La diffusione dei trattati scientifici deriva anche dalla stretta relazione che c’era tra uno scienziato e un tecnico. Nel 600 nascono le accademie scientifiche, luoghi di incontro e discussioni, dove si confrontavano gli scienziati. Galileo puntando per primo il cannocchiale al cielo lo ha reso uno strumento della scienza anche se era stato costruito da tempo da un olandese e usato soprattutto per scopi militari. Il rinascimento con la sua innovazione nell’idea della natura apre le porte alla rivoluzione scientifica.
    -IL NUOVO MODO DI VEDERE LA NATURA-
    A. -La natura è un ordine oggettivo: deve quindi essere considerata come cosa a se stante dalle dimensioni spirituali ed essere privata di tutti quegli attributi, valori o qualità umane come la perfezione, la bontà... Soltanto separando l’uomo dalla natura si può studiare scientificamente la realtà effettiva senza inciampare in idealismi.
    B. -La natura è un ordine causale: in essa non avviene nulla a caso, ma tutto è il risultato di cause ben precise. La causalità è un rapporto costante fra due o più fatti, cioè dato (tolto) uno è dato (tolto) anche l’altro (dati 100°C (causa) l’H2O bolle (effetto); tolti i 100°C smette di bollire). L’unica causa aristotelica ammessa è quella efficiente perché alla scienza non interessa il perché finale delle cose ma perché sono successe.
    C. -La natura è un insieme di relazioni: lo scienziato non guarda l’essenza e i principi indimostrabili delle cose ma si limita a fare delle relazioni causali che legano i fatti (ES.: del fulmine non studia l’essenza ma afferma che è una scarica elettrica che provoca il tuono). Afferma cioè solo quello che può dedurre da un analisi attenta della realtà senza fantasticare su principi assurdi.
    D. -I fatti sono governati da leggi: Sono legati tra loro da rapporti di causa quindi obbediscono a delle regole uniformi che, se studiate, rendono prevedibili i fenomeni.
    IL NUOVO MODO DI CONCEPIRE LA SCIENZA
    A. -La scienza è un sapere sperimentale: si fonda sull’osservazione dei fatti e dimostra le sue ipotesi facendo una esperienza appositamente ideata. Di qui l’ equazione esperienza = esperimento.
    B. -La scienza è un sapere matematico: si basa su calcoli e su misure quantitative prese direttamente dalla natura
    C. -La scienza è un sapere intersoggettivo: i suoi procedimenti devono essere chiari a tutti e le sue scoperte devono essere controllabili. Da qui l’ equazione scienza=sapere universale, che da Galileo in poi ha costituito uno dei suoi principali motivi di vanto.
    D. -Il fine della scienza è la conoscenza oggettiva del mondo e delle sue leggi: più è disinteressata e neutrale e capace di scoprire l’autenticità delle relazioni, più è vicina all’interesse umano di dominio del mondo. Conoscere le leggi della natura significa poterla controllare e dirigere a nostro vantaggio (sapere è potere).
    -SCIENZA E SOCIETÀ-
    La scienza moderna è nata successivamente ad una formazione di Stati cittadini e nazionali e al consolidarsi della civiltà urbano-borghese che richiedevano maggiori esigenze e bisogni sociali. Occorreva allestire eserciti sempre meglio attrezzati, ampliare le città, migliorare le vie di comunicazione, allestire flotte sempre più resistenti e veloci, arginare, bonificare e incanalare le acque, estrarre metalli, lavorare i vetri e le stoffe, stampare libri... Queste esigenze richiedevano maggiori conoscenze in tutti i campi ossia più nozioni scientifiche.
    -STORIA E TECNICA-
    Gli artigiani per stare al passo con i tempi devono affidarsi ai filosofi-matematici per risolvere problemi. Anche gli scienziati si servono dell’aiuto degli artigiani per valutare i fatti pratici. Questa alleanza tra tecnici e filosofi matematici la rivoluzione scientifica diventa una rincorsa al progresso comune e da forma a personaggi che fanno i tecnici, gli architetti, gli scienziati... (Leonardo).
    -SCIENZA E RINASCIMENTO-
    In teoria si potrebbe dire che la scienza è derivata dal periodo occamista (di Ockham 1300) visto che iniziava già a criticare il movimento degli astri e dei proiettili di Aristotele. Nel rinascimento però si sottolinea maggiormente la divisione tra scienza e chiesa e soprattutto ricerca nei testi antichi tutte quelle dottrine interessanti, le riunisce, le studia e cerca nuovi spunti per nuove scoperte. Il rinascimento ha posto poi la mentalità per uno sviluppo più vasto dell’indagine della natura in quanto afferma che l’uomo ha tutto l’interesse di conoscerla perché gli fa parte. In effetti il rinascimento porta avanti alcune idee particolarmente importanti: l’aristotelismo aveva elaborato quel concetto di ordine naturale e immutabile, fondato sulla catena causale degli eventi. La filosofia naturale che con Talesio afferma che i principi del mondo fisico sono i principi sensibili che stabiliscono una equazione tra ciò che la natura manifesta e ciò che i sensi fanno percepire. La magia, che considera la natura come un insieme di meraviglie spinge l’uomo a studiare e controllare la natura.
    I favoriti per questo compito di scienziati della rivoluzione scientifica sono persone che si sono trovate al posto giusto al momento giusto con un briciolo di cervello in più. Questi non studieranno nelle università del periodo ma a man mano fonderanno nuove Accademie scientifiche.
    -LE FORZE CHE HANNO COMBATTUTO LA NUOVA SCIENZA-
    La nuova scienza dovette combattere contro la tradizione e la teologia. Essa infatti metteva in discussione le teorie tradizionali e andava contro i teoremi della metafisica greca e cristiana. Inoltre svuotava di senso i dogmi legati all’autorità del passato. Le nuove teorie scatenarono la reazione degli accademici e della religione, che vedeva distrutte le credenze della fede e la parola divina della Bibbia. Il caso di Galileo è il simbolo del dramma vissuto dagli scienziati di fronte alla chiesa. Oltre ai contenuti, anche il metodo era considerato eretico: il razionalismo infatti poteva investire la politica, sostituendo le situazioni secolari. Nemici della nuova scienza erano anche maghi e astrologi che vedevano distrutte tutte le loro teorie. Tradizionalmente chiesa e scienze occulte si opposero alla scienza moderando con autorità, scoraggiando gli scienziati ma anche spronandoli a cercare prove più solide per le loro dottrine. Dopo lunghe battaglie fu la nuova scienza ad imporsi.
    -CONSEGUENZE DELLA NASCITA DELLA SCIENZA-
    Teoricamente la scienza appare come un prototipo di un sapere rigoroso ed universale e così qualche filosofo ha provato ad estenderlo ai campi più svariati: etica, politica... praticamente la scienza è utile per migliorare le condizioni di vita. L’equazione scienza = progresso viene in seguito contestata perché la tecnologia mette in mano all’uomo un potere così grande che in poco tempo, se usato male, potrebbe far scomparire la vita dal nostro pianeta.

    ʘ LA RIVOLUZIONE ASTRONOMICA E LA NUOVA FILOSOFIA DELL’INFINITO ʘ
    -RILEVANZA E CARATTERISTICHE DELLA RIVOLUZIONE ASTRONOMICA-
    Non è dovuta solamente a Copernico, egli infatti ha dato solo inizio ad un pensiero che ha coinvolto astronomia, filosofia e teologia. La sua visione è merito anche di Keplero, Galileo, Giordano Bruno... La rivoluzione astronomica, il passaggio dal mondo chiuso all’universo infinito, è anche un fatto filosofico perché ha cambiato la visione complessiva del mondo.
    -L’UNIVERSO DEGLI ANTICHI E DEI MEDIOEVALI-
    La cosmologia greco-medioevale concepiva l'universo come sostanzialmente unico, chiuso, finito, fatto di sfere concentriche, geocentrico e diviso in due parti qualitativamente distinte. L'universo degli antichi era unico in quanto pensato come il solo universo esistente, in virtù della teoria dei luoghi naturali, secondo cui ogni materia possibile deve trovarsi concentrata in un determinato posto; e chiuso poichè immaginato come una sfera limitata dal cielo e dalle stelle fisse oltre il quale non c'era niente. Tale universo era fatto di sfere concentriche, intese non come puri tracciati matematici, ma come qualcosa di solido e reale su cui erano incastonate le stelle e i pianeti. Si avevano così oltre alla sfera delle stelle fisse anche i cieli di Saturno, Giove, Marte, Mercurio, Venere, Sole e Luna. Al di sotto di quest'ultima stava la zona dei quattro elementi, con la terra immobile al centro di tutto. Il mondo aristotelico-tolemaico, era inoltre pensato come qualitativamente differenziato in due zone cosmiche ben distinte: una perfetta e l'altra imperfetta. La prima era quella dei cieli e del mondo sopralunare, formato da un elemento divino, l'etere, e il cui movimento era di tipo circolare e uniforme. La seconda zona era quella del cosiddetto mondo sublunare formato dai quattro elementi (terra, acqua, aria e fuoco) aventi ognuno un suo luogo naturale e dotati di un moto rettilineo che ha un inizio e una fine. Questa visione astronomica appariva conforme alla mentalità metafisica prevalente, portata a concepire il mondo come organismo gerarchico e finalisticamente ordinato e disposto. La teologia patristica e scolastica aveva poi ulteriormente cristianizzato e sacralizzato questa cosmologia intrecciandola con le dottrine della creazione, dell'incarnazione e della redenzione che presupponendo la Terra come sede privilegiata della storia del mondo e l’ uomo come fine della creazione (=atropocentrismo) ben si conciliava con la centralità spaziale riconosciuta alla Terra (=geocentrismo)
    DAL GEOCENTISMO ALL’ELIOCENTRISMO. COPERNICO E GLI ASTRONOMI
    Nicolaus Copernicus nacque a Thorn nel 1473, studiò a Cracovia, Bologna, Padova e Ferrara. Morì nel 1543, l’anno di pubblicazione della sua opera “le rivoluzioni dei corpi celesti”. Egli era un teorico e un matematico, definì il sistema tolemaico errato perché troppo complesso. Ricercò nelle opere degli antichi proposte alternative, imbattendosi nella teoria eliocentrica dei Pitagorici e altri. Fece propria tale tesi e la impose.
    Al centro dell’universo, immobile c’è il sole. Attorno ad esso ruotano i pianeti, tra cui la Terra. Essa gira su sé stessa generando un moto apparente dei pianeti e del sole attorno ad essa. La luna ruota intorno alla terra. Lontane stanno immobili le stelle. Pur essendo rivoluzionaria, tale idea rimaneva in molti punti simile a quella degli antichi: universo sferico, unico e chiuso, stelle fisse, moto circolare uniforme delle stelle... Il sole sta al centro perché deve illuminare il cosmo. Il suo coraggio e la sua portata innovativa non vanno scartati.
    Andreas Osiander aggiunse una prefazione anonima all’opera, all’insaputa di Copernico, nella quale sosteneva la natura puramente ipotetica e matematica della nuova dottrina. Essa attutiva e tradiva il pensiero del polacco, che credeva che la sua teoria fosse una fedele riproduzione del cosmo, non uno dei tanti modelli. Stentò ad affermarsi perché la sua dottrina in molti punti era addirittura più difficile di quella Tolemaica, e inoltre si scontrava con difficili questioni di fisica. Alcuni quesiti anti-copernicani erano:
    - Se la terra si muove perché non provoca il lancio dei suoi oggetti nell’universo circostante.
    - Se la terra si muove perché non solleva un vento fortissimo.
    - Se la terra si muove da ovest a est perché lanciando un sasso da una torre esso cade perpendicolarmente.
    Solo Galileo risolverà scientificamente questi dubbi. Gli ostacoli maggiori non venivano dall’ambito scientifico, ma da quello teologico e filosofico.
    -TYCHO BRAHE: IL TERZO SISTEMA DEL MONDO-
    Questo filosofo danese ebbe maggior successo. Negò l’esistenza delle sfere solide e reali sostituendo il concetto fisico di orbe con quello di orbita. Ideò il sistema ticonico, misto tra il tolemaico e il copernicano: i pianeti girano intorno al Sole, che gira intorno alla Terra, che è al centro dell’universo. Era un modello conservatore, quindi non in disaccordo con la teologia.
    -KEPLERO: LO STUDIO DELLE ORBITE DEI PIANETI-
    Nacque nel 1571 a Weil, insegnò matematica, fu assistente di Brahe, morì nel 1630. Faticò a trovare i mezzi per pubblicare le sue opere, contrastate da protestanti e cattolici. Egli scrisse una prima opera sull’infinito. Al centro del mondo ci sarebbe il Sole, immagine di Dio, da cui deriva luce e vita. Il numero e la disposizione dei pianeti intorno al Sole obbedisce ad una legge di armonia geometrica. Essi infatti costituiscono un poliedro regolare e si muovono secondo sfere inscritte e circoscritte al poliedro. Il movimento dei pianeti è attribuito all’anima motrice del Sole. Non trovando conferme nelle osservazioni astronomiche abbandonò i progetti. Rimase fedele al principio secondo cui l’oggettività del mondo è nella proporzione matematica implicita di tutte le cose. La sua maggiore scoperta furono le leggi del movimento dei pianeti:
    - le orbite descritte dai pianeti intorno al Sole sono ellittiche, il Sole è uno dei due fuochi dell’ellisse.
    - le aree descritte dal raggio Sole-pianeta sono proporzionate al tempo necessario per descriverle
    - i quadrati dei tempi impiegati dai pianeti a percorrere l’orbita stanno tra loro come i cubi degli assi maggiori delle ellissi descritte dai pianeti.
    -IL SECONDO PASSO DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: DA COPERNICO A BRUNO-
    La visione copernicana è ancora legata al passato, non solo perché l’universo e il sistema solare sono la stessa cosa, ma anche perché è limitato, finito. Fu l’opera del filosofo Giordano Bruno a completare la rivoluzione copernicana.
    -ASTRONOMIA E FILOSOFIA IN BRUNO-
    La sua idea dell’universo, influenzato da Lucrezio, non nasce da osservazioni o calcoli, ma da un’intuizione, alimentata dalle idee di Copernico. Egli affermava che le stelle che vediamo potrebbero essere Soli, circondati da pianeti e quindi l’universo ospiterebbe tanti sistemi, non solo quello solare. Questa convinzione è trasportata dal piano astronomico a quello metafisico. La sua idea di infinità del mondo deriva dalla teologia: se Dio è infinito, la sua creazione deve essere infinita.
    -LE TESI COSMOLOGICHE RIVOLUZIONARIE-
    Esse sono presenti in Bruno:
    I. -Abbattimento delle mura esterne dell’universo: l’uomo ha questa visione perché è abituato a vedere le città ma l’universo è infinito e aperto in ogni direzione.
    II. -Pluralità e abitabilità dei mondi: i mondi sono molteplici, abitati. Sicuramente alcuni sono migliori del nostro e abitati da razze migliori. Anche qui il suo presupposto deriva dalla teologia.
    III. -Identità di struttura cielo-terra: Bruno supera il dualismo astronomico, tutto deriva dall’unica mente e volontà di Dio.
    IV. -Geometrizzazione dello spazio: lo spazio è unico e omogeneo, acentrico perché non esiste un punto assoluto di riferimento.
    V. -Infinità dell’universo: è in realtà la prima tesi, la più importante.
    -LA FREDDA ACCOGLIENZA ALLE TESI DI BRUNO-
    Ciò che è stato associato sempre al nome di Copernico è opera in realtà di Bruno. È strano come il filosofo usando strumenti antichi e convinzioni extrascientifiche approdi a risultati nuovi e moderni. È vero però che le novità scientifiche rivoluzionarie derivano da semplici intuizioni che diventano scientifiche quando vengono dimostrate. Queste tesi apparvero a Brahe, Keplero e Galileo, frutto di fantasie e furono rifiutate, perché poco scientifiche e troppe rivoluzionarie. La reazione dell’ambiente religioso fu netta e ci volle tempo per percepire chiaramente le novità delle dottrine
    -LA NUOVA COSMOLOGIA E LA RELIGIONE-
    Il pensiero di Copernico e di Bruno non solo andava contro Aristotele ma anche contro la Bibbia. Lutero reagì con l’abituale violenza polemica: Copernico squinternato e pazzo e pure Melantone sentenziò la pericolosità pubblica del nuovo schema astronomico. Invece la chiesa cattolica all’inizio non si mosse ma dopo le teorie di Bruno mise all’indice dei libri proibiti (1616) le opere di Copernico, iniziando il duro scontro con Galileo. Ma le tesi più pericolose erano ancora quelle di Bruno che presupponevano un universo senza limiti: fu bruciato vivo.
    -LA RIVOLUZIONE ASTRONOMICA E IL POSTO DELL’UOMO NELL’UNIVERSO.
    Come quando si scoprono nuovi continenti l’uomo deve affrontare problemi teologici e filosofici per trattare con le altre nuove razze, adesso il problema è ben più grave: è vero che siamo tutt’altra roba di quello che pensavamo nell’universo? Se il sistema tolemaico esaltava l’uomo, quello copernicano lo umiliava.

  5. .

    Lo stile 'Metro'



    Ciao a tutti! Vi starete chiedendo "Che cos'è lo stile metro?". Ebbene, io lo definisco come uno stile semplice e facile da imparare, anche per coloro che non sanno graficare. Lo stile 'Metro' si afferma con Windows 8, sopratutto nello startup, fatto di semplici Panel colorati però secondo uno schema preciso: colori caldi con scritte semi-calde, colori freddi con scritte semi-fredde (no, non è un dolce, si dice così).

    Quindi vi farò vedere con Gimp 2.8 come creare un semplice logo, o panel, con un colore freddo e una scritta bianca. In questo caso, io ho scelto un bel celeste luminoso, voi potrete scegliere ciò che vi pare ;)

    png



    Il font più utilizzato nello stile 'Metro' è il Segoe UI Light, contenuto nel pacchetto Segoe UI o Segoe, che dovrebbe già essere installato. Se non lo avete, potete scaricarlo da Dafont oppure facendo una piccola ricerca su Google.

    Un'altra particolarità dello stile 'Metro' è quella di avere il testo principale con lettere minuscole. Ma ovviamente si può cambiare anche questo. Il colore che ho scelto io, in formato HTML è: #01bdd6

    Il colore del font invece è il bianco.

    Giocando un pò con Gimp si può utilizzare anche la funzione 'Proietta Ombra', che si trova nel menù Filtri > Luce e ombra e metter un'ombra che non dia troppo importanza alla scritta, nel senso: se ho una scritta bianca, è meglio non inserire un'ombra nera, in questo caso si creerebbe un contrasto molto forte e ci si allontanerebbe molto dallo stile "Metro". Perciò andateci piano :D

    Questo è tutto. Per ulteriori spiegazioni o aiuti, scrivete qui sotto.
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    t9102.men_in_black-2003649


    Piattaforma: XBOX360
    lingua Italiana
    Genere: Azione
    Formato: ISO
    Dimensione: 4,76 GB
    Date: 2012/05/23
    Versione: iMARS

    Download Torrent
  7. .
    t9161.batmanGOTY360


    Piattaforma: XBOX360
    lingua italiana
    Regione: Region Free
    Genere: Azione
    Formato: ISO
    Dimensioni: 15,91 GB
    Date: 2012/03/06
    Versione: COMPLEX

    Download Torrent
  8. .
    t9167.sim3kateperrypc
    Piattaforma: PC
    lingua itliana
    Genere: Simulazione
    Qualità: DVD
    Formato: IS
    Dimensione: 2,59 GB
    Date: 2012/06/06
    Versione: FLT

    Download Torrent
  9. .
    Grazie! Appropiato il nome Eroi del web. (;
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    png



    Che cos'è Calypso?

    Calypso è un crypter FUD (ovvero Fully Un-Detectable, cioè completamente non rilevabile) che può criptare qualsiasi file attraverso il noto algoritmo "Rijndael" poco differente dall'AES (Advanced Encryption Standard) usato maggiormente negli Stati Uniti.

    Come funziona?

    Attraverso l'algoritmo Rijndael Calypso cripta qualsiasi file nel formato originale decriptabile poi sempre dal programma.

    L'algoritmo Rijndael funziona nel modo seguente:

    Usa un'unica chiave, in questo caso privata, per crittografare e decrittografare al contrario di quelli asimmetrici che usano due chiavi (pubblica e privata); Nella crittazione avvengono vari cicli o round e questi sono:

    AddRoundKey - Ogni byte viene calcolato con una chiave, e quest'ultima viene calcolata dal gestore delle chiavi
    Successivamente per cifrare sono previsti diversi round o cicli di processamento: ogni round (fase) dell'AES (eccetto l'ultimo) consiste dei seguenti quattro passaggi:
    SubBytes – Sostituzione non lineare di tutti i byte che vengono rimpiazzati secondo una specifica tabella.
    ShiftRows – Spostamento dei byte di un certo numero di posizioni dipendente dalla riga di appartenenza
    MixColumns – Combinazione dei byte con un'operazione lineare, i byte vengono trattati una colonna per volta.
    AddRoundKey – Ogni byte della tabella viene combinato con la chiave di sessione, la chiave di sessione viene calcolata dal gestore delle chiavi.
    Il numero di round o cicli di processamento/elaborazione crittografica dei quattro passaggi precedenti è 10 con l'ultimo round che salta il passaggio MixColumns



    Calypso Final Release - 07/06/2012:
    AutoUpdate
    Stabilità nel criptare (la rinominazione del file verrà automaticamente)
    Tool Portable per decriptare senza Calypso (All'interno dell'archivio troverete la classe TDecrypt che oltre al codice vb.net contiene anche alcune informazioni)



    Download: http://myreleases.altervista.org/cal...o%20RC%202.rar

    Info: se userete la class TDecrypt contenuta all'interno dell'archivio (è il Tool Decrypt per decrittare senza Calypso) vi consiglio di usarla in Console.

    __________________________________________________ ______________________________

    Calypso Release Candidate - 04/06/2012

    Changelog

    1- Cambiato il formato .cal a quello del file di origine
    2- Risistemati alcuni dettagli grafici.
    3- Ottimizzato algoritmo, generava errori di cifratura, ora dovrebbe funzionare. (segnalate se qualcosa non va, grazie )

    Download: http://netprojects.99k.org/Calypso%20RC.rar
    Scansione: https://www.virustotal.com/file/0c86...9a2e/analysis/

    Edited by MatrixNet - 25/6/2012, 20:01
  11. .
    ciao a tutti ragazzi,sono anto46thebest e non vedo l'ora di imparare qualcosa da voi che siete dei grandi! ;)
  12. .

    png



    You Feel Like è un social utility che permette di inviare degli stati, attraverso delle emoticon, sulla propria giornata. Questo programma è ancora in sviluppo, e pertanto verranno rilasciate varie release. Le funzioni di questa prima release sono minime, pertanto spero farete critiche costruttive.

    Ecco alcuni screen:

    png
    png




    Versione 0.0.1
    Download: www.mediafire.com/?ca3xobp9k3ucnqn]YouFeelLike.exe
  13. .
    Si , finalmente è stato rilasciato da MuscleNerd un nuovo aggiornamento di RedSnow capace di eseguire un downgrade anche agli iPad-iPhone di ultima generazione (2/3 - 4s).


    Quindi .

    Occorrente:

    -Un dispositivo iOS con processore A5 o A5X (iPhone 4S, iPad 2, iPad di terza generazione);
    -Redsn0w 0.9.11b2 (Versione per Mac) (Versione per Windows)
    -Certificati SHSH del firmware che si intende ripristinare (fondamentali!);
    -File .ipsw del firmware che si intende installare sul dispositivo (Click!);
    -File .ipsw del firmware che è attualmente installato sul dispositivo (Click!);

    Scaricato RedSnow aprite la cartella che verrà salvata sul vostro computer e cliccate due volte sull’icona di Redsn0w. Il programma verrà aperto in pochi istanti e visualizzerete la seguente schermata di benvenuto.




    Redsn0w rileverà subito il dispositivo connesso con relativa versione del software attualmente installata.

    2. Cliccate su “Extras” e vi troverete dinanzi ad una nuova schermata con più opzioni. Dovrete selezionare l’ultima, “Even more”.



    3. Dalla nuova finestra appena aperta, cliccate su “Restore”, anche in questo caso l’ultima voce nel menu. Selezionate “IPSW” e trovate il file .ipsw del firmware che intendete ripristinare sul vostro dispositivo, nel nostro caso iOS 5.0.1.



    4. Se Redsn0w richiederà un “IPSW aggiuntivo”, non dovrete far altro che cercare il file .ipsw del firmware attualmente in uso sul vostro dispositivo (nel nostro caso iOS 5.1.1) e selezionarlo.



    5(1). Se avete salvato i certificati SHSH per il firmware che intendete ripristinare (iOS 5.0.1) in locale, allora cliccate su “Local” e selezionate il file .plist contenente i certificati richiesti. Se avete salvato in remoto i certificati SHSH per il firmware richiesto, passate oltre e andate al punto 5(2).

    5(2). Se avete salvato in remoto (ovvero su Cydia) i certificati SHSH per il firmware che intendete ripristinare, impostate in DFU il vostro dispositivo premendo il tasto di Accensione per 5 secondi, Home e Accensione per 10 secondi e solo Accensione per altri 20 secondi. Una volta in DFU, l’opzione “Remote” in Redsn0w diventerà accessibile. Premendo su questa voce, Redsn0w cercherà in automatico gli SHSH del vostro dispositivo su Cydia.

    6. Terminati i precedenti processi, cliccate su “Next”.

    7. A questo punto Redsn0w inizierà in modo automatico la creazione di un file IPSW con i certificati SHSH che avete fornito in precedenza e in seguito procederà automaticamente con il ripristino (e quindi con il downgrade) del firmware creato. Il processo di creazione dell’IPSW può richiedere diversi minuti. Siate pazienti ed attendete la conclusione.



    Fonte : iPhone-italia

    Edited by crymito - 15/5/2012, 17:34
  14. .
    Da poco più di tre giorni è uscita la nuova versione di Flutter, un programmino che trova un nuovo utilizzo alla webcam dei nostri Mac.

    Con Flutter, infatti, è possibile controllare i riproduttori audio/video del Mac semplicemente con il palmo della mano! Grazie al riconoscimento dell’immagine, Flutter è in grado di rilevare la mano dell’utente e controllare alcuni dei più usati programmi di musica e video di OS X. In particolare, la distanza corretta da frapporre tra il palmo della mano e la videocamera è di circa 15-20 cm.

    flutter_gesture_main-e1336684491528

    Attualmente la versione alpha del programma consente di mettere in pausa e far ripartire il brano o il video tramite la stessa gesture dei seguenti programmi:

    iTunes;
    Spotify;
    VLC;
    QuickTime X.

    Per scaricare Flutter gratuitamente è sufficiente inserire la propria e-mail nell’apposito campo e procedere al download da questo sito.

    Fonte: AppleZein
  15. .
    Matrix, chiamami pure Matteo è più confidenziale! :D
325 replies since 13/2/2011
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